Abbinare il nome di Gaetano Castelli, scenografo acclamato e famoso in tutto il mondo, all’appellativo “pittore” può sembrare inusuale, perché in pochi sanno che la pittura è stata da sempre la sua passione.
La vita professionale di Gaetano Castelli ha preso il cammino della scenografia, (ed è stato il primo a portare in scena i canoni della pittura, della scultura e dell’architettura), ma nel corso degli anni i legami con la pittura si sono intimizzati con la continua produzione: Castelli non ha mai smesso di dipingere: “per me stesso”, come lui stesso dice.
La sua pittura, infatti, è rimasta un fatto squisitamente privato, fino a quando il critico Paolo Levi, visitando il suo studio di Roma, scopre il Gaetano Castelli Pittore, e lo esorta a mettere in mostra le sue opere. Da allora i dipinti sono stati esposti con successo di critica e di pubblico in Inghilterra, in Cina ed infine a Roma.
Il titolo della mostra “La Magia del Costume” ne racconta i contenuti. Dipinti che parlano di costume, che l’artista definisce come parte integrante dello spettacolo. :
Gli abiti non sono altro che pretesti per poter dipingere, modelli inventati dal pittore che li traspone su tela nella maniera più scenografica ed elegante che si può immaginare. “Se segue dei manichini o delle nature morte – così Vittorio Sgarbi ha commentato le opere di Castelli – si nota soprattutto il radicalismo della traduzione dell’immagine, che sembra discendere dalla tradizione barocca, con tutte le conseguenze che questo comporta. Gli oggetti al centro dei suoi quadri espongono il loro aspetto più spettacolare e drammatico”.
“Uso il costume come pretesto per introdurre il visitatore nel magico mondo del colore, della luce e della fantasia. Dipingendo costumi indossati da manichini senza volto invito a sognare quale sia il personaggio che interpreti quel ruolo e che indossi quel costume”.
Gaetano Castelli